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I l recente vertice NATO dell’Aja ha confermato la necessità di aumentare
la spesa militare fino al 5% del Pil entro il 2035 (3,5 in Difesa e 1,5 in
Sicurezza) per consentire al Vecchio continente capacità difensive
credibili per affrontare, in autonomia e comunque quale pilastro centrale
dell’Alleanza, minacce complesse e multidimensionali. In questo scenario,
l’Italia compie un passo strategico di livello con il recente insediamento
dell’Ammiraglio di Squadra Giacinto Ottaviani, quale primo Direttore
Nazionale degli Armamenti (DNA). Una figura centrale per rafforzare la
capacità industriale e operativa del Paese nel nuovo mutevole contesto
internazionale.
Il discorso pronunciato dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, in occasione
dell’insediamento dell’Ammiraglio segna, di fatto, una svolta profonda nella
visione e nella struttura della Direzione. L’intervento, ricco di contenuti
strategici, ha toccato punti chiave, dall’aspetto puramente tecnico a quello
culturale per un nuovo modo di intendere la Difesa in Italia.
Crosetto ha esordito definendo le Forze Armate come il cuore e il cervello della
Difesa, ma ha anche indicato la Direzione Nazionale degli Armamenti come
la sua struttura portante, lo scheletro. Un’immagine chiara per sottolineare
quanto sia cruciale il ruolo della componente industriale e organizzativa nel
fornire gli strumenti con cui le Forze Armate possono poi operare. In assenza
di una struttura moderna, efficiente e capace di interfacciarsi rapidamente
con l’industria, anche le migliori capacità operative rischiano di restare solo
sulla carta, ha evidenziato il capo del Dicastero.
Il Ministro ha insistito sulla necessità di rendere la struttura della Direzione
più veloce, trasparente e performante. Ha sottolineato come ciò che era
considerato accettabile solo tre anni fa oggi risulti inadeguato di fronte ad
uno scenario internazionale in rapida trasformazione, dove la prontezza
tecnologica è una condizione essenziale per la credibilità e la sicurezza
nazionale. Da qui la volontà di separare in modo netto la parte tecnica da
quella contrattuale, per aumentare la trasparenza e velocizzare i processi.
Tra i punti centrali del discorso anche l’attenzione alla trasformazione
tecnologica e la necessità di una strategia italiana sull’Intelligenza Artificiale
per la Difesa. L’obiettivo è quello di diffondere e declinare la cultura
dell’Intelligenza Artificiale in tutti i livelli del mondo militare, evitando che
resti confinata in poche aree del vertice.
Crosetto ha espresso preoccupazione per la possibilità che i nuovi dottorati
creati con i fondi del PNRR alimentino la fuga dei cervelli all’estero. Ha, quindi,
lanciato un appello al sistema Difesa affinché diventi un polo di attrazione
per i giovani talenti, un luogo dove poter crescere, innovare e contribuire alla
sicurezza del Paese senza dover cercare altrove opportunità migliori.
Nel delineare la visione strategica della Difesa, il Ministro ha collegato la
crescita industriale alla proiezione geopolitica dell’Italia. L’export di sistemi
d’arma non è solo una voce economica ma uno strumento di politica
estera: vendere tecnologia italiana significa rafforzare legami, generare
occupazione, influenzare alleanze. In questo quadro, il rafforzamento del
settore industriale non è un’operazione interna, ma un moltiplicatore della
forza diplomatica del Paese.
Il discorso di Crosetto rappresenta, pertanto, un punto di svolta, non solo
per l’avvio della Direzione Nazionale degli Armamenti, ma per l’intero
Comparto Difesa. L’approccio delineato punta a trasformare il Ministero in un
attore centrale dello sviluppo tecnologico, della crescita industriale e della
proiezione geopolitica dell’Italia.