Page 36 - ID - Informazioni della Difesa n. 04-2024
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Giulia POZZI






            4, fosse addirittura più efficiente nel generare misinformazione: quest’ultimo modello,
            infatti, messo alla prova con le stesse narrazioni false, le ha ripetute nel 100% dei casi,
            in modo persino più convincente del suo predecessore. 
            Da allora, ci siamo resi conto che il problema è generalizzato a tutti i principali modelli
            ad oggi disponibili. A luglio 2024, abbiamo testato i 10 principali  chatbot con 30
            richieste riguardanti notizie false ampiamente smentite, simulando varie tipologie
            di interazione con i modelli. Complessivamente, questi ultimi hanno ripetuto le
            informazioni false il 30% delle volte e non hanno saputo rispondere con informazioni
            attinenti nel 29% dei casi. Il chatbot con le prestazioni peggiori ha generato notizie
            false il 70% delle volte. Abbiamo in seguito ripetuto l’esperimento selezionando le sei
            bufale più diffuse sull’attentato all’ex presidente USA Donald Trump: in oltre il 56% dei
            casi, i chatbot non sono stati in grado di generare informazioni accurate in proposito.
            L’analisi di questi rischi è fondamentale, ma è solo il primo passo. Mentre ci si interroga
            su come regolamentare l’IA per difendere la sicurezza e i diritti dei cittadini, a istituzioni,
            ricercatori e aziende del settore si pone una sfida cruciale: mettere a punto strategie
            innovative per limitare il più possibile gli abusi, all’insegna di una cooperazione
            efficace tra tutti gli attori coinvolti. Al contempo, per giornalisti ed educatori diventa
            sempre più importante dotare il pubblico di tutte le età di informazioni, strategie e
            competenze di media literacy per impedire che divenga facile bersaglio di operazioni
            volte a seminare caos e sfiducia. NewsGuard è stata creata nel 2018 proprio nella
            convinzione che la trasparenza nei confronti degli utenti – fornendo loro un contesto
            aggiuntivo sull’affidabilità delle fonti delle notizie – avrebbe offerto un contributo
            essenziale alla battaglia contro la misinformazione, senza cadere negli eccessi della
            censura o del blocco di contenuti. La scommessa, oggi, resta la stessa, ma è resa
            ancora più ambiziosa dalla portata della sfida.







































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