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PREFAZIONE
Generale Luciano Portolano
Capo di Stato Maggiore della Difesa
on la fine della guerra fredda si era affermata
la convinzione che la globalizzazione, e la
conseguente interconnessione degli interessi
Ceconomici tra gli Stati, rappresentassero le
migliori garanzie di stabilità internazionale.
Il 24 febbraio 2022, a trentatré anni dal crollo del muro
di Berlino, l’aggressione della Federazione Russa ai
danni dell’Ucraina, ha infranto questo clima “idilliaco”,
riportando in primo piano la necessità di attuare un’azione
coordinata e univoca, da parte dell’Unione Europea (UE),
per proteggere non solo i propri interessi, ma anche i
valori di pace, democrazia e libertà, che ne costituiscono
il fondamento.
La necessità di una Difesa comune europea – che era stata
anticipata in maniera lungimirante da Alcide De Gasperi –
si ripropone, oggi, con rinnovato slancio.
In una fase storica connotata da una preoccupante
instabilità globale, che non soltanto si riverbera
negativamente, ma che ha addirittura investito direttamente il vecchio continente, è indubbio che
l’Unione Europea (UE), sia sul piano istituzionale che culturale, abbia ormai compreso di essere
impreparata ad affrontare un conflitto di tipo convenzionale combattuto sul proprio territorio. In
una parola: la guerra russo-ucraina ha messo a nudo, con crudele chiarezza, le vulnerabilità del
nostro “continente” di fronte alle minacce esterne.
Infatti, sebbene l’UE abbia risposto con unità e fermezza, offrendo supporto economico, politico e
militare a Kiev, è emersa con chiarezza l’esistenza di molteplici fattori di debolezza, che richiedono
una forte accelerazione per il raggiungimento di un’ormai indispensabile “autonomia strategica”
europea. In altri termini, l’Europa, intesa come l’insieme dei paesi raccolti sotto la bandiera
dell’Unione, deve essere in grado di difendersi autonomamente e affrontare le minacce che possono
emergere alle sue porte: una responsabilità che non può più essere delegata ad altri!
Ciò anche alla luce di una rinnovata consapevolezza rispetto al fatto che le priorità europee in
termini di sicurezza, benché spesso sovrapponibili, potrebbero non sempre coincidere con quelle
dello storico Alleato statunitense.
A rendere più sfidante il quadro di riferimento si aggiunge il fatto che i moderni scenari, sempre più
interconnessi e instabili, sono caratterizzati da nuovi rischi alla sicurezza che non riguardano più
la sola sfera militare, ma includono attività di influenza e di penetrazione strategica, terrorismo,
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