Page 86 - ID - Informazioni della Difesa n. 03-2024
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Fabrizio BECCARISI
o scorso novembre 2023, la Direzione degli Armamenti Aeronautici e per note
l’Aeronavigabilità (Armaereo) ha emanato una nuova direttiva tecnica, intitolata Lab iumquod quam
quas sus earchitate
“Certification of Military Remotely Piloted Aircraft Systems”, specificatamente numqui ommolup
Ldedicata al mondo dei droni. tatatiur, ium quas
Cosa ha portato a questa decisione? In fondo, le norme esistenti avevano comunque doluptu reribus nimus
eum ut et, con non
già permesso, negli scorsi anni, di dotare il Comparto Difesa di APR di varie dimensioni, con exceruntUgiation
dal piccolissimo Black Hornet al Globalhawk. ratur? Quiduciuntio
Il principale motivo risiede nell’aumento esponenziale della domanda, soprattutto nel blab idebit laut quid
et a veliquia nem. Im
campo dei droni di piccole dimensioni, al di sotto dei 25 Kg. È sufficiente aprire una sim quatiist
pagina di giornale per rendersi conto dell’attualità di tale problematica, con Regole di
Ingaggio completamente cambiate rispetto al panorama operativo di qualche anno fa,
ed impiego sempre più massiccio di mini e micro APR con capacità di protezione delle
forze, reconnaissance, sorveglianza del territorio, proiezione cinetica, monitoraggio
ambientale, prevenzione incendi, etc.
Un panorama applicativo così ampio, variegato e dinamico da rendere necessaria
una norma parimenti flessibile, efficace ed adattabile allo scenario tecnico-operativo Che epoca
di interesse. Appare infatti evidente come la stessa tipologia di drone, utilizzata terribile quella
esclusivamente all’interno di un poligono militare, possa dover soddisfare requisiti di in cui degli idioti
sicurezza, affidabilità e precisione differenti se impiegata per il monitoraggio della folla governano
durante una manifestazione politica. Allo stesso modo, non bisogna trascurare la curva dei ciechi.
di evoluzione tecnologica di tali sistemi, soprattutto nel campo mini/micro, resi obsoleti
da nuovi modelli nel giro di pochi mesi. Shakespeare -
Aspetti, questi, difficilmente conciliabili con le direttive antecedenti la nuova norma, Re Lear
che imponevano ai droni la medesima procedura adottata anche per la certificazione
dei velivoli “piloted”, con il risultato, piuttosto frequente, di richiedere anni di lavoro
per autorizzare l’impiego di un oggetto divenuto obsoleto al termine del processo, in
uno scenario operativo nel frattempo mutato, o con tempi di risposta tardivi rispetto
all’esigenza originale.
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