Page 21 - ID - Informazioni della Difesa n. 04-2024
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fronti. Il terrorismo internazionale, l’instabilità politica in aree come il Nord Africa, e
le ambizioni velleitarie di potenze globali richiedono una risposta che non può essere
limitata ad un solo teatro operativo. La NATO si trova, pertanto, a dover ripensare la
propria dottrina adattandola ad un contesto geopolitico in continua evoluzione che
richiede un ampliamento della sua zona di interesse politico-militare oltre il perimetro
euro-atlantico, per proteggere gli interessi dei Paesi Alleati e garantire la sicurezza
globale.
Minaccia nucleare, minacce ibride, come cyberattacchi e disinformazione, nuovi
ambienti di confronto da presidiare come quello subaqueo. Come dovremo
prepararci per continuare ad essere deterrenti?
Le nuove minacce sono sempre più ibride e complesse. Cyberattacchi, campagne
di disinformazione e guerre asimmetriche richiedono un adattamento tecnologico e
strategico. Dobbiamo rafforzare la difesa cibernetica e aumentare la resilienza delle
infrastrutture critiche dei nostri Paesi. La capacità di deterrenza non può più basarsi
unicamente su strumenti convenzionali: le guerre del futuro si combatteranno anche
nel cyberspazio, nell’ambiente subacqueo e in quello cognitivo, aree che stanno,
pertanto, assumendo una crescente importanza strategica. Dobbiamo investire in
tecnologie avanzate, come i droni sottomarini, per monitorare le rotte marittime e
proteggere i cavi sott’acqua da potenziali sabotaggi.
Quanto è importante, secondo lei, rafforzare la cooperazione tra organizzazioni
come NATO e Unione Europea, in tema di difesa e sicurezza?
La collaborazione tra NATO e Unione Europea in materia di sicurezza e difesa è
fondamentale per affrontare le nuove minacce globali. La NATO ha un ruolo centrale
nella sicurezza collettiva, mentre l’UE può contribuire in termini di risorse e capacità.
La crisi ucraina ha dimostrato come la cooperazione tra queste due organizzazioni
sia cruciale per una risposta coordinata, tanto sul piano militare quanto su quello
economico e diplomatico. Questo non solo per la difesa del Continente europeo, ma
anche per la stabilità nelle aree di crisi globali, come Indo-Pacifico, Nord Africa e Sahel,
dove le missioni di sicurezza devono essere integrate e, soprattutto, armonizzate con
nuovi partner strategici.
Le innovazioni tecnologiche stanno trasformando il modo in cui si affrontano
i conflitti. Quali saranno secondo lei le tecnologie chiave per mantenere un
credibile vantaggio strategico nei confronti di possibili antagonisti?
La tecnologia militare sta rivoluzionando il modo di fare la guerra e dovremo tenerci
al passo con i progressi in settori come Intelligenza Artificiale, automazione e sistemi
ipersonici. La cyberdifesa diventa un fattore determinante per mantenere un vantaggio
strategico sui nostri avversari che stanno investendo fortemente in tecnologie
distruttive. Non meno importante è lo sviluppo di sistemi autonomi per la ricognizione
e la difesa, come droni e veicoli senza equipaggio, che possono operare in ambienti
ostili senza mettere in pericolo vite umane. Queste tecnologie non solo migliorano
l’efficacia delle operazioni, ma riducono anche i tempi di risposta, aumentando la
capacità di agire preventivamente.
Quanto è importante l’integrazione delle Forze Armate dei vari paesi in termini di
addestramento ed equipaggiamento, ma soprattutto nell’operatività dove oggi
è richiesto di riuscire a mobilitare e spostare, in tempi brevi, enormi quantità di
uomini e mezzi?
L’interoperabilità delle Forze armate è fondamentale per garantire l’efficienza degli
equipaggiamenti e dei sistemi, ma anche la capacità di integrare i processi decisionali e
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