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FRANCO DEL FAVERO
Stato Maggiore Esercito - III Reparto
La manovra MEZZI CORAZZATI, FORZE ARMATE
nella terza
dimensione QUALE FUTURO?
è diventata
un elemento egli ultimi anni, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno
fondamentale N messo in luce una realtà chiara e complessa: da una parte,
si assiste ancora al ricorso alle tattiche tradizionali, con
l’impiego di carri armati, di artiglierie medie e pesanti e di
nella condotta fanterie meccanizzate; dall’altra, compaiono sul campo di battaglia nuove
delle operazioni tecnologie dirompenti, che stanno cambiando profondamente il modo di
combattere. Parliamo di droni, munizioni loitering (che restano in volo
militari terrestri. in attesa del momento migliore per colpire), sensori avanzati e proietti
con lunga o lunghissima gittata. Questi innovativi strumenti trasformano
È necessario radicalmente il terreno di confronto, portando la guerra del XXI secolo a
disporre di diventare sempre più multidimensionale.
Uno degli aspetti più importanti riguarda il cosiddetto “spettro
unità corazzate, elettromagnetico” e la “terza dimensione” del conflitto, ovvero il cielo e lo
spazio aereo sopra le truppe. La guerra in Ucraina ha mostrato chiaramente
meccanizzate come i droni possano condizionare la manovra terrestre: impiegati in
sciami, questi piccoli velivoli diventano veri e propri “campi minati volanti”.
e blindate Costano poco, sono facili da produrre, ma possono causare danni ingenti
a mezzi corazzati e, soprattutto, indebolire il morale e la coesione delle
all’avanguardia, truppe avversarie.
altamente Nonostante il passaggio in questa nuova dimensione, il ruolo delle
forze corazzate, blindate e meccanizzate rimane centrale: i mezzi da
performanti, combattimento per sopravvivere devono comunque stare al passo con
i tempi, devono risultare potenti, veloci e capaci di operare in qualsiasi
in grado di condizione ambientale. Tuttavia, la loro funzione e la loro struttura vanno
ripensate per consentirgli di operare efficacemente sui nuovi campi di
operare in ogni battaglia, dove un carro armato di vecchia generazione è rapidamente
neutralizzato.
condizione Per questo motivo, le piattaforme di combattimento non sono più concepite
climatica ed quali “mezzi isolati”, ma elementi di un sistema più complesso: una “bolla
tattica” o “sistema di sistemi” che integra varie capacità — dalle piattaforme
ambientale controllate a distanza alle difese contro minacce dall’alto e dal cyberspazio
— per ottenere la massima efficacia di combattimento in uno spazio
delimitato.
Alla luce di queste trasformazioni, l’Esercito Italiano ha avviato un processo
di adattamento rapido e radicale. L’attenzione è posta sul rinnovamento
delle forze pesanti attraverso due programmi fondamentali: l’Army
Armoured Combat System (A2CS) e il Nuovo Main Battle Tank (NMBT).
Il programma A2CS non si limita a sostituire gli attuali veicoli da
combattimento della fanteria meccanizzata, come il DARDO, ma punta
a creare una famiglia completa di mezzi di nuova generazione. Si tratta
di una piattaforma di base, chiamata “combat”, a cui si affiancano varie
versioni modulari multi-missione. Pur essendo un grande investimento
— per oltre mille veicoli in 16 varianti — la condivisione di componenti e
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capacità ridurrà la complessità logistica, facilitando così il supporto e la
manutenzione.
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