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Stefano PIAZZA
Quali sono le origini della “dezinformacija”? «Le sue radici risalgono all’epoca
sovietica. Durante la Guerra Fredda, il KGB era noto per le sue operazioni di
disinformazione, che includevano la diffusione di false informazioni per destabilizzare
i governi occidentali e influenzare la percezione collettiva. Queste tecniche sono state
ereditate e raffinate dai moderni servizi di intelligence russi, come l’FSB e il GRU (il
principale servizio di intelligence militare), per manipolare e seminare divisioni nelle
democrazie occidentali. La strategia russa si basa su un approccio olistico che utilizza
tutti i mezzi disponibili per influenzare l’opinione pubblica e creare un ambiente
favorevole agli interessi russi».
Come funziona la “fabbrica dei troll”? «Impiega individui per creare e diffondere
contenuti sui social media con l’obiettivo di manipolare l’opinione pubblica. Questi
troll, composti da squadre di esperti hacker e informatici, operano pubblicando post,
commenti e meme che promuovono narrazioni favorevoli al governo russo, attaccano
oppositori politici e diffondono disinformazione. Utilizzano tecniche di controllo
riflessivo, creando una realtà virtuale nella mente delle persone per influenzare le loro
decisioni e comportamenti, distorcendo la realtà e ingannando l’avversario. Si avvalgono
Immagine generata con intelligenza artificiale
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