Page 46 - ID - Informazioni della Difesa n. 04-2024
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Giulia MORLUPI
l tema della disinformazione dilagante all’interno dei social media è un argomento
che desta crescente preoccupazione nell’ambito tanto della psicologia quanto
delle scienze sociali. Essa tende a sfruttare i bias cognitivi delle persone
Icome quello di conferma, per prendere forma e diffondersi tra la popolazione
confermando, ad esempio, credenze preesistenti e facendo in modo che ogni opinione
contraddittoria non venga presa in considerazione. Le campagne di disinformazione,
ad oggi, avvengono per lo più mediante l’utilizzo dei
social media. Diverse sono, infatti, le motivazioni
che espongono questi strumenti alla suscettibilità
alle fake news, primo tra essi, l’utilizzo degli
algoritmi, i quali tendono a prediligere i contenuti
generanti maggiori interazioni e coinvolgimento,
favorendo così il sensazionalismo, la polarizzazione
e la diffusione virale di informazioni false. Tutto
ciò, tende a generare quelle che prendono il nome
di echo chambers (camere d’eco) permettendo
all’informazione diffusa di rinforzarsi e propagarsi a
dismisura, soprattutto tra coloro che vedono i loro
algoritmi in linea con essa.
Tali campagne, però, hanno un grande impatto
psicologico sulla popolazione, poiché possono
portare a:
• sfiducia nei confronti delle istituzioni, ansia e confusione;
• distorsioni cognitive causate dall’alterazione della percezione del reale e
dell’elaborazione dell’informazione;
• accrescimento delle scissioni sociali e politiche contribuenti ad una maggiore
polarizzazione delle scelte.
Non a caso la classe politica tende ad utilizzare sempre di più questi strumenti per
raggiungere direttamente il pubblico, superando, così, i media tradizionali
al fine di permettere una capillare diffusione delle proprie idee, alimentando
l’estremizzazione dell’opinione pubblica e la diffusione di fake news
rinforzanti pregiudizi e convinzioni preesistenti senza esporre l’utente ad
opinioni o punti di vista differenti dal proprio, facendo diventare, così, il
nostro grande e globalizzato mondo, una piccola camera chiusa a chiave
con una finestra affacciata sempre sullo stesso, immobile, dipinto.
Proprio durante questo stesso anno solare, abbiamo assistito ad una
grande campagna di disinformazione e attacchi informatici, avvenuti
durante il periodo delle elezioni europee, ad opera di attori statali e
gruppi hacker, che ha avuto un significativo impatto sull’opinione pubblica
comunitaria. Sono state attuate, infatti, diverse strategie di manipolazione
dell’informazione volte ad influenzare la percezione degli elettori e a
minare la fiducia del processo democratico delle elezioni. Hacker filorussi
hanno, infatti, attuato degli attacchi coordinati causando, ad esempio,
disservizi nei siti web di diversi partiti politici volti alla destabilizzazione
del processo elettorale e alla diffusione dell’incertezza tra gli elettori.
Notevoli, inoltre, sono state le ingerenze straniere che hanno promosso
l’astensione al voto o hanno supportato candidati favorevoli a interessi di
paesi esterni all’Unione Europea.
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