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EBRAHIM RAISI MUORE IN UN INCIDENTE
ELICOTTERISTICO
L’incidente avviene, il 19 maggio, in un momento di crescente
dissenso in Iran su una serie di crisi politiche, sociali ed
economiche. I governanti clericali dell’Iran affrontano
pressioni internazionali sul programma nucleare e sui suoi
legami militari sempre più profondi con la Russia durante la
guerra in Ucraina. Il relitto carbonizzato dell’elicottero, che
si è schiantato con a bordo Raisi, il Ministro degli Esteri
Hossein Amirabdollahian e altri sei passeggeri è stato
trovato dopo un’incessante ricerca, nonostante le condizioni
meteo avverse. L’Iran, tramite le agenzie di stampa, ha fatto
sapere che l’elicottero Bell 212 di fabbricazione statunitense
si era schiantato al suolo per un guasto tecnico. È stata
aperta un’inchiesta militare interna. Una prima ipotesi vede
l’elicottero rovesciarsi improvvisamente come se un colpo
di vento o una massa d’aria l’avesse capovolto prima di
spingerlo con violenza contro il terreno. Altra ipotesi sarebbe
il blocco della doppia turbina canadese che dà la propulsione
all’elicottero Bell 212.
SUMMIT PER LA PACE IN
UCRAINA
India, Sudafrica e altri dieci
Paesi (Armenia, Bahrein,
Colombia, Indonesia, Giordania,
Libia, Messico e Thailandia)
compresi Brasile e Vaticano,
invitati come osservatori, non
hanno firmato il comunicato
finale del Summit che ha visto
allo stesso tavolo paesi del G7,
paesi africani, latinoamericani e
asiatici. Assenti Cina e Russia.
Dei 92 paesi presenti, solo in 78
hanno, quindi, firmato il comunicato finale condividendo lo spirito del documento che fa © www.admin.ch
riferimento alla Carta delle Nazioni Unite e al rispetto dell’integrità territoriale e della
sovranità di tutti gli Stati. Altri punti proposti da Zelensky ed accordati riguardano
la liberazione dei prigionieri, la restituzione dei bambini ucraini deportati in Russia,
la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia e la salvaguardia delle forniture
alimentari. Tra i paesi non firmatari oltre al blocco dei BRICS, spiccano Arabia Saudita
ed Emirati Arabi anche se il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud
ha comunque richiamato la necessità di rispettare l’integrità territoriale di ogni Stato,
candidando l’Arabia Saudita a ospitare il prossimo vertice con la speranza che possano
partecipare anche Cina e Russia.
Rivista dello Stato Maggiore della Difesa 11