Page 48 - ID - Informazioni della Difesa n. 04-2024
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Giulia MORLUPI






            di  riferimento  portando,  in  moltissimi  casi,  ad alimentare
            il fenomeno dell’astensionismo a discapito dei processi
            democratici dei singoli paesi. Inoltre, la polarizzazione ha
            contribuito alla creazione di profonde divisioni sociali che,
            accentuate  dall’influenza  della  manipolazione,  hanno  spinto  la
            popolazione non solo verso posizioni estreme ma anche verso
            una drastica riduzione dell’ascolto attivo, del dialogo assertivo,
            dell’apertura verso l’altro diverso da sé e dei compromessi
            aumentando, così, la frammentazione dei cittadini e l’insorgenza
            di conflitti sociali. Tutto ciò ha, pian piano, eroso la fiducia nelle
            istituzioni democratiche poiché, quando si è sottoposti ad una
            sovraesposizione di informazioni contraddittorie e false, la
            capacità di discernere la verità diminuisce e, anche le fonti di
            informazione  ufficiali  vengono  messe  in  discussione,  minando
            così la legittimità del processo elettorale stesso e creando un
            ambiente in cui l’individuo si vede costretto a chiedersi quale
            sia la verità, sperimentando, così, un grande sentimento di
            incertezza e confusione che non gli fornisce delle basi solide
            per donare piena fiducia alle istituzioni. Tale diminuzione della
            capacità di discernere il vero dal falso viene alimentata anche
            dallo sfruttamento, effettuato dalle fake news, dei bias cognitivi
            umani, che porta le persone a cercare e a catalogare come “vere”
            e “degne di fiducia” informazioni che coincidono con le proprie
            credenze, convinzioni e pregiudizi, rafforzando ancor di più gli
            stessi e rendendo più difficile il confronto e il cambiamento di
            opinione, anche di fronte a prove contrarie. Oltre ai bias cognitivi
            vengono sfruttate, come avrete già compreso, le emozioni umane.
            Viene effettuata, infatti, un tipo di manipolazione che comprende
            tutte le aree della persona e, le emozioni, non sono escluse.
            Ogni campagna di disinformazione, pertanto, mira a suscitare
            nei soggetti delle forti reazioni emotive che hanno lo scopo di
            incentivare la partecipazione politica  portando dalla propria
            parte gli elettori senza, però, favorire un dibattito informato e
            razionale.
            L’impatto psicologico delle campagne di disinformazione è,
            indubbiamente,  significativo  ma questo  non  significa  che  i
            cittadini e gli utenti debbano essere visti come attori passivi con
            un futuro predeterminato. Ognuno di noi è da considerarsi come
            parte attiva della società, del progresso e del cambiamento,
            pertanto, ognuno di noi è un attore attivo all’interno del panorama
            sociale e ad ogni cittadino, residente in un paese realmente
            democratico, dovrebbe essere fornita la possibilità di scegliere
            verso dove indirizzare la strada del proprio futuro. Nonostante
            l’impatto  di tali campagne,  esiste  la possibilità  di effettuare
            dei cambiamenti, molti dei quali possibili attraverso l’utilizzo di
            processi educativi indirizzati ad ogni classe sociale e ad ogni
            età. L’educazione della popolazione all’utilizzo funzionale ed
            efficace dei social media risulta essere alla base per contrastare


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