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Andrea CELESTI





























            Il quantum computing, una tecnologia ancora più avanzata, potrà essere utilizzata per
            ottimizzare la raccolta dei rifiuti, rendendola più efficiente ed economica.
            Nel campo della cyber sicurezza, le comunicazioni quantistiche possono essere un’arma
            sia per i cyber criminali, che possono agire indisturbati dalle attività investigative sia
            per i governi per difendere le loro reti dagli hacker e scambiarsi informazioni, senza il
            rischio di essere scoperti. In questo campo, la Cina ha conquistato il primato nel 2016,
            quando mandò in orbita il satellite Micius per sperimentare la distribuzione di chiavi
            quantistiche.
            Un progetto Made in Italy si chiama Quid (Quantum Italy Deployment) e riguarda la
            realizzazione della futura rete di comunicazione quantistica in Italia.
            Il  consorzio  è  guidato  dall’Istituto  Nazionale  di  Ricerca  Metrologica  e  coinvolge
            l’Agenzia spaziale italiana, Cnr, Leonardo, Tim, Thales
            Alenia Space Italia, Politecnico di Milano, Sapienza di
            Roma, Università dell’Aquila, Università Federico II di
            Napoli, Università di Padova e Università di Trieste.
            Il progetto è parte di un’iniziativa europea più ampia
            (EuroQCI) per creare una rete di comunicazione in grado
            di proteggere i dati sensibili dalle minacce informatiche,
            utilizzando  tecnologie  avanzate. L’accordo prevede  la
            realizzazione di reti metropolitane di comunicazione
            quantistica collegate tra loro da un backbone nazionale
            (Italian Quantum Backbone) che segue la rete ferroviaria
            ad alta velocità. Rapidità ma anche sicurezza.
            La comunicazione quantistica, infatti, rende impossibile
            intercettare i dati senza alterarli.
            Questo grazie alla legge dei quanti (particelle elementari
            associate a campi di forze già ipotizzate da Planck
            e Einstein), che fa sì che quando qualcuno tenta di
            intercettare i dati, la configurazione dei  qubit cambia,
            avvisando mittente e ricevente. Inoltre, le chiavi
            quantistiche utilizzate per crittografare i dati si basano
            su numeri casuali generati mediante lo scambio di fotoni,
            aumentando ulteriormente la sicurezza.
            Nonostante l’enorme potenziale, restano molti ostacoli


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