Page 86 - ID - Informazioni della Difesa n. 04-2024
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Davide Dentamaro - Domenico Di Giulio - Ludovica Ranaldi






                   i troviamo  in un  contesto  geopolitico estremamente  complesso,  in cui  il   note
                   modello di democrazia liberale e l’ordine internazionale sono minacciati da   Lab iumquod quam
                                                                                            quas sus earchitate
                   attori estremamente aggressivi. Assistiamo a continue evoluzioni tecnologiche   numqui ommolup
            Ce cambi di asset operativi, con l’attenzione che si è spostata su scenari peer to   tatatiur, ium quas
            peer dopo anni caratterizzati da situazioni di conflitto asimmetriche.          doluptu reribus nimus
                                                                                            eum ut et, con non
            In questo contesto nasce il  Global Combat Air Programme (GCAP), un progetto    con exceruntUgiation
            multinazionale che vede la collaborazione tra Italia, Regno Unito e Giappone con   ratur? Quiduciuntio
            l’obiettivo di sviluppare la sesta generazione di caccia multiruolo stealth (invisibile ai   blab idebit laut quid
                                                                                            et a veliquia nem. Im
            radar). Un programma sotto molti aspetti rivoluzionario, non da ultimo per l’apertura del   sim quatiist
            Giappone alla cooperazione con Italia e Regno Unito. Ciò, rappresenta un netto cambio
            di paradigma in quanto, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale,
            Tokyo ha scelto un partner diverso dagli Stati Uniti d’America per lo sviluppo di nuove
            tecnologie per la Difesa.
            Le fondamenta del GCAP hanno strutture solide, profonde, avanguardiste. Tre potenze
            del G7 coinvolte, tanto diverse quanto complementari, tese a uno scopo comune. Una
            risposta concreta per la tutela della stabilità e della pace mondiale.
            Sono molteplici i motivi che hanno portato l’Italia ad aderire a un progetto così ambizioso
            e che spingono ad una analisi dettagliata.
            GCAP, UNA NECESSITÀ
            L’interesse italiano rispetto al GCAP si stratifica su più livelli, primo dei quali è soddisfare
            l’esigenza posta dalle sfide dei nuovi scenari operativi post 2035 dal punto di vista
            militare, anno in cui il neo-programma intende far entrare in servizio il velivolo di nuova
            generazione. L’iniziativa risponde alla necessità di garantire  Information Superiority
            e mantenere un vantaggio operativo nel dominio della  Combat Air, valorizzando
            tecnologie emergenti e dirompenti come Intelligenza Artificiale,  Big Data Analysis,
            Machine Learning,  Autonomy,  Quantum-Technology,  Hypersonic Technology e
            Advanced Materials.
            Il GCAP è una risposta all’evoluzione degli scenari operativi caratterizzata da due
            elementi principali: complessità ed evoluzione tecnologica. La prima è definita
            dall’impiego di sistemi d’arma adattivi, ridondanti, con capacità multi-dominio, in grado
            di dispiegare inedite capacità militari e di stravolgere i tradizionali meccanismi di
            acquisizione e di ingaggio. La seconda, con ritmi di evoluzione estremamente rapidi,
            renderà progressivamente inefficaci i sistemi d’arma di 4ª generazione e ridurrà l’incisività
            di quelli di 5ª generazione.
            Queste prospettive imporrano la graduale sostituzione dei velivoli Eurofighter in
            dotazione all’Aeronautica Militare Italiana, con assetti caratterizzati dalla capacità di
            operare in maniera cross domain e con una concezione distribuita tipica di un “sistema di
            sistemi”, con struttura a bassa osservabilità e sensori ed effettori di nuova generazione,
            in teaming con assetti pilotati e non (c.d. Adjunct). I velivoli da combattimento senza
            pilota garantiranno accuratezza, profondità, persistenza e flessibilità operativa e
            saranno in grado, autonomamente e opportunamente “addestrati con dati”, di formulare
            e scegliere  Course of Action, sottoponendo al pilota la scelta delle decisioni finali.
            Mediante l’impiego di algoritmi di Machine Learning, gli Adjunct condivideranno risorse
            con la Core Platform, potenziandone le capacità operative (es. Surveillance, Targeting,
            ecc.) allo scopo di generare effetti e performance non conseguibili da singoli sistemi
            d’arma isolati.
            Mossi dalle stesse considerazioni di tipo strategico, anche gli Stati Uniti hanno avviato
            un analogo programma, il Next Generation Air Dominance (NGAD), orientato a sviluppare


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