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facilitando il rapido dispiegamento dei soccorsi comunitari, soprattutto nelle prime ore dall’evento.
Possono essere richiesti materiali (tende, letti, gruppi elettrogeni), squadre di ricerca e soccorso,
team medici ospedali da campo. Ma anche competenze tecnico – scientifiche. Lo scorso novembre, ad
esempio, due nostri tecnici sono stati inclusi nel team europeo che ha supportato l’Islanda, nella crisi
vulcanica che ha interessato la parte sud-occidentale del Paese, partecipando all’individuazione degli
scenari di rischio e delle possibili azioni operative da intraprendere.
Con riferimento all’Ucraina, come noto, la guerra sta causando terribili sofferenze umane e
distruzioni di intere città. Si stima che ci siano più di dodici milioni di persone costrette ad
abbandonare le proprie case, quasi sei milioni di ucraini costretti a lasciare il proprio Paese – di
cui la metà sono bambini – e danni complessivi per centinaia di miliardi di euro, con oltre 100
miliardi di euro di danni solo riferiti all’infrastruttura fisica. Il Governo italiano, insieme a tanti
altri Paesi del mondo, è in prima linea per fornire tutto il supporto necessario e anche in ambito
europeo, la Commissione sta coordinando una grande operazione nell’ambito del Meccanismo
di Protezione Civile dell’UE per una vasta gamma di misure di supporto, inclusi settori come la
salute, l’energia, il cibo e l’agricoltura, fornendo rifugi, macchinari, nonché attrezzature mediche
e misure di evacuazioni. La protezione Civile ha un ruolo in tale operazione?
In ambito europeo, come correttamente dicevate, questo intervento è stato coordinato dal Meccanismo
Europeo di Protezione Civile e dunque nel nostro Paese ha visto il Dipartimento come capofila. Le
attività del Servizio Nazionale hanno preso il via dopo la Dichiarazione di Stato d’Emergenza per
intervento all’estero, decretata dal Governo il 25 febbraio 2022. Tre giorni dopo, il 28 febbraio, il
Consiglio dei Ministri ha deliberato un ulteriore stato di emergenza per assicurare l’accoglienza in
Italia delle persone in fuga dal conflitto. L’impegno, dunque, si è concentrato da subito su due aspetti:
l’assistenza umanitaria e l’accoglienza in Italia. In primo luogo abbiamo supportato l’Ucraina e i Paesi
confinanti, ovvero quelli in cui si stavano riversando centinaia di migliaia di profughi, inviando tende,
sacchi a pelo, kit sanitari, apparecchi elettromedicali, generatori, ambulanze e mezzi antincendio.
Inoltre, abbiamo garantito anche il trasferimento in Italia di oltre 200 pazienti che richiedevano
cure urgenti. Parallelamente a questo intervento abbiamo assicurato l’accoglienza e l’assistenza dei
cittadini ucraini che giungevano in Italia, pianificando diverse forme di supporto tra loro complementari:
attraverso l’ordinaria rete di Cas e Sai garantita dal Ministero dell’Interno, con un contributo
di sostentamento e grazie all’accoglienza diffusa resa possibile grazie alla
collaborazione con le tante realtà del terzo settore attive nel nostro Paese.
Ingegnere la ringraziamo ancora una volta per averci dedicato parte
del suo tempo e ancora grazie per il lavoro quotidiano che fate per la
collettività. Riteniamo che avere l’opportunità di far conoscere meglio
un’articolazione così importante del nostro Paese sia un’occasione
preziosa e molto utile per tutti.
Derna, 15 settembre 2023
Sopralluogo del Capo
Dipartimento Fabrizio
Curcio nelle aree colpite
Rivista dello Stato Maggiore della Difesa 43