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Dario CITATI
DA ALLEANZA A CONFEDERAZIONE: IL “MINILATERALISMO”
GEOPOLITICO DI NIGER, MALI E BURKINA FASO
I tre Stati saheliani protagonisti del progetto confederale sono
tutti ex colonie francesi che hanno visto negli ultimi anni l’ascesa al
potere di giunte militari a seguito di colpi di Stato: il Mali a maggio
2021; il Niger nel luglio 2023; da ultimo il Burkina Faso a gennaio
2024. Essi hanno messo fine alle missioni occidentali nell’area, quali
MINUSMA (Missione multidimensionale Integrata delle Nazioni
Unite per la Stabilizzazione del Mali), incaricata di contrastare la
ribellione Tuareg; o l’operazione francese “Barkhane”, finalizzata a
contrastare l’insurrezione jihadista in Mali ed estesa poi anche al
Niger, al Burkina Faso e al Ciad. L’uscita di scena dei contingenti
occidentali, sollecitata da un diffuso sentimento antifrancese,
si è inoltre accompagnata alla collaborazione con organizzazioni militari russe. La
Compagnia Militare Privata Wagner aveva infatti stretto accordi con tutti e tre gli
Stati, gestendo campagne anti-insurrezionali e ottenendo in cambio concessioni nelle
estrazioni minerarie e diamantifere. Ad agosto 2023, con la morte del fondatore Evgenij
Prigožin, la Wagner è però entrata in un opaco e tortuoso percorso di riorganizzazione
interna e di ridefinizione dei rapporti con lo Stato russo.
La creazione dell’Alleanza degli Stati del Sahel a settembre 2023 è avvenuta dunque in
un contesto di relativa incertezza, tra il ritiro delle truppe occidentali e una cooperazione ©ACLED
con i militari russi su cui non vi erano garanzie di continuità. Il fine dell’Alleanza è in primo Armed Conflict
Location & Event
luogo di natura securitaria: come sancito dalla Carta di Liptako-Gourma, essa mira a Data
costituire una “architettura di difesa collettiva e mutua assistenza”. Tale cooperazione
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