Page 45 - ID - Informazioni della Difesa n. 05-2024
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Il 13 maggio 2024, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha tenuto una lectio
magistralis presso la Scuola Ufficiali Carabinieri, sottolineando come il mondo
attuale sia molto diverso dal passato, un tempo regolato dal rispetto del
diritto internazionale. Crosetto ha evidenziato l’importanza di considerare la
Difesa come “un investimento necessario, un baluardo di libertà e democrazia”.
Questa visione è riflessa nel recente Piano Strutturale di Bilancio di medio
termine (PSB) 2025-2029, presentato il 27 settembre 2024 dal Consiglio
dei Ministri. Il PSB sostituisce la tradizionale Nota di Aggiornamento
al Documento di Economia e Finanza (NADEF), adeguandosi alle nuove
normative europee sui requisiti dei piani economici degli Stati Membri.
Questo documento aggiorna gli obiettivi economici e finanziari delineati a
inizio anno, mettendo la Difesa tra le priorità comuni dell'Unione Europea.
Il PSB stabilisce così gli obiettivi di politica economica per i prossimi cinque
anni e definisce il contesto per il prossimo Disegno di Legge di Bilancio (la
“Finanziaria”), includendo investimenti significativi per il rafforzamento delle
capacità di Difesa del Paese.
LE NUOVE REGOLE UE.
L’entrata in vigore del Regolamento (UE) n. 1263/2024 e della Direttiva (UE)
1265/2024 ha portato, senza necessità di rivedere i Trattati, a dei consistenti
cambiamenti sulle modalità con le quali i Paesi Membri delineano i propri piani
economici futuri e definiscono gli interventi da porre in essere per rispettare
gli impegni contenuti nel Patto di Stabilità e Crescita (PSC).
Fino al 2024, infatti, i Piani erano redatti su base triennale e, soprattutto,
i Paesi Membri con uno stock di debito pubblico superiore al 90% del
Prodotto Interno Lordo (PIL), si impegnavano a mantenere il proprio rapporto
deficit/PIL inferiore al 3% e a ridurre annualmente il debito di un ventesimo
del differenziale tra il debito pubblico reale (per l’Italia 135,6%) e quello
ritenuto sostenibile (60%). Tale meccanismo avrebbe imposto all’Italia, ad
esempio, una riduzione del debito pari a quasi il 4% annuo, con obiettivi di
contenimento della spesa, pertanto, estremamente rigidi e ridotti spazi per
finanziare investimenti e riforme.
L’entrata in vigore delle nuove regole UE prevede, invece, un orizzonte
temporale differente per i piani economici - non più triennale ma quinquennale
- ma soprattutto un nuovo approccio nella valutazione degli stessi e nelle
modalità con cui viene valutato il rispetto degli impegni assunti con il Patto
di Stabilità e Crescita. L’impegno del singolo Paese Membro a rispettare gli
obiettivi di contenimento del debito è infatti valutato non più sulla base di
meri indicatori numerici - quali il rapporto deficit/PIL e il rapporto debito/PIL
- ma attraverso la cosiddetta Debt Sustainability Analysis (DSA), ovvero con
uno sguardo alle tendenze economiche di medio periodo del Paese Membro,
alla qualità della spesa - escludendo dai conteggi quelle, come investimenti
o riforme, che potrebbero generare miglioramenti futuri - e alle spese da
sostenere per “priorità comuni dell’Unione”.
Quest’ultimo aspetto è di specifico interesse proprio per la Difesa, in quanto
lo sviluppo di “capacità di difesa” è stato inserito tra le menzionate “priorità
comuni” dell’Unione e pertanto l’eventuale incremento di investimenti per la
Difesa potrà essere valutato dalla Commissione Europea come “attenuante”
in caso di eventuali deviazioni dagli obiettivi di riduzione del debito.
Rivista dello Stato Maggiore della Difesa 43