Page 65 - ID - Informazioni della Difesa n. 05-2024
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L'adesione  di  Svezia  e  Finlandia  alla
                      Nato  ha  il  duplice  obiettivo  non  solo

                      di  ostruire  il  passo  alla  flotta  russa
                      nel  Mare  del  Nord,  presidiando  il  Mar
                      Baltico  e  spostando,  così,  la  difesa

                           occidentale  ai  confini  di  Mosca,
                                  ma  soprattutto  di  creare  una

                                     superiorità  geopolitica  nella
                                       zona artica























            artica, assicurata da un solido blocco di paesi alleati. Quest'area al centro tra regione
            scandinava, Russia e Canada, con il graduale scioglimento della calotta glaciale e
            il progresso tecnologico delle navi rompighiaccio, si affermerebbe come la rotta di
            collegamento più rapida tra i tre continenti di Europa, America ed Asia; si calcola
            una riduzione di 4.000 chilometri del Passaggio a Nord Ovest rispetto al Canale di
            Panama, mentre nel Passaggio a Nord Est, a seconda del porto di scalo in Asia, si stima
            una riduzione che oscilla tra i 3.700 e i 7.400 chilometri rispetto all'attraversamento
            del Canale di Suez.
            Sono tratte che oltre a tagliare i costi ed evitare i colli di bottiglia tipici dei canali
            artificiali, si allontanano dalle zone di minaccia terroristica. Inoltre, i ghiacciai artici si
            confermano un serbatoio di idrocarburi, al punto che le tesi scientifiche più accreditate
            sostengono la presenza del 25% di gas naturale e del 10% delle risorse petrolifere
            globali. Risulta, invece, difficile determinare l'entità e il numero di terre rare occultate
            dal permafrost, anche se la scoperta nel 2023 del più grande giacimento europeo
            a Kiruna, fa ipotizzare la presenza di ingenti quantitativi dei 17 minerali usati per
            l'industria 4.0.
            Attualmente, Pechino produce e processa tra l’86% e il 90% delle terre rare, detenendo
            una quota pari al 60% del mercato mondiale, una dipendenza che la UE deve risolvere,



            Rivista dello Stato Maggiore della Difesa                                                     63
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